Neuromanagement: la nuova frontiera dei leader
Le neuroscienze applicate al management e allo sviluppo delle risorse umane
I paradigmi che fino ad oggi hanno sostenuto le discipline che caratterizzano il management si stanno rivelando sempre meno applicabili per affrontare la complessità del mondo organizzativo. Occorrono nuovi riferimenti e nuovi contributi innovativi che provengono dall’economia comportamentale e dalle neuroscienze.
E’ nato così nel 2006 il Neuromanagement che, mediante la comprensione del funzionamento del nostro cervello, analizza i comportamenti tipici delle attività manageriali (come ad esempio, il comportamento di un leader, l’intenzione alla collaborazione, le decisioni sotto pressione, etc.) e i principali problemi di carattere economico (come ad esempio, i comportamenti di consumo e la percezione di un brand, le emozioni provocate da una pubblicità, gli atteggiamenti verso investimenti rischiosi, etc.).
Le ricerche in tale ambito sono indirizzate a costruire nuove teorie del management e fornire a tutti i dipendenti delle realtà aziendali strumenti utili per gestire al meglio il proprio lavoro.
E’ proprio nella conoscenza dei meccanismi di funzionamento del nostro cervello che risiedono gli strumenti per una migliore gestione di comportamenti, emozioni e atteggiamenti collettivi. Per un manager significa sviluppare maggiori capacità di gestire rischi, stress, prendere decisioni rapide…questo serve in un mondo del lavoro sempre più sfidante e complesso per migliorare benessere organizzativo e produttività aziendale.
E’ utile, pertanto, che il management si aggiorni e intraprenda un percorso per innovare la sfera comportamentale e la mente manageriale, perché solamente prendendo atto delle effettive risorse cognitive, emozionali e percettive che gli esseri umani possiedono, i manager potranno affrontare le sfide che l’economia globalizzata pone con complessità crescente e minacce sempre più diffuse.
Se volete approfondire l’argomento, vi suggeriamo questa lettura: Neuromanagement di Gian Carlo Cocco.